Piero V.

Battlehack

Tra sabato e domenica si è tenuta la tappa italiana di Battlehack, un’hackathon organizzata da Braintree, una “PayPal company” che si occupa sempre di pagamenti. Il tema è la creazione di un progetto che possa migliorare le condizioni locali o globali in esattamente un giorno di lavoro.

Gli strumenti necessari al progetto, come laptop e smartphone, devono essere portate dai partecipanti, a tutto il resto hanno pensato gli organizzatori: cibo, tanti premi e addirittura massaggi shiatsu.

Questa manifestazione è itinerante: 14 appuntamenti sono in giro per il mondo e i vari vincitori di questi potranno partecipare alla finale nella Silicon Valley, dove potranno vincere 100 000 dollari. In Italia si è tenuta presso H-Farm, a Roncade, al confine della provincia di Treviso. Visto che abito a meno di 50km e che non ero mai stato ad un evento simile prima, ho deciso di partecipare.

L’ho trovata un’esperienza fantastica. 24 ore di sviluppo non sono né poche, né tante. Mettono sicuramente alla prova, perché in questo tempo bisogna consecutivamente lavorare ad un progetto senza poter fare troppe soste e nei momenti di difficoltà lo sconforto può crescere notevolmente. … [Leggi il resto]

Lo spirito Open Source

Tempo fa avevo cominciato il progetto di Cyanogenmod 11 per i dispositivi HUAWEI basati su Snapdragon 200, come l’Y530.

Per motivazioni varie ho dovuto mettere in pausa il progetto per qualche mese, però nel frattempo continuavano ad arrivarmi richieste su come avevo lavorato…

Poi qualche giorno fa mi è arrivata la notizia che un utente ha risolto un bel po’ di bug che non avevo avuto tempo o modo di risolvere e questo mi ha veramente riempito di felicità.

È bello pensare che se si fa qualcosa per la comunità poi si ottiene qualcosa 😊

Adesso devo ancora risolvere alcuni dei problemi che mi hanno impedito di lavorarci, però non escludo di poter creare un buon gruppo di lavoro, proprio secondo quello che è l’Open Source.

Relay Tor

Tor (ovvero The Onion Router) è un progetto il cui scopo è difendere la privacy e l’anonimato degli utenti sul web.

Fondamentalmente si basa sull’aggiunta di step intermedi tra il client e il server, il cui scopo è cambiare origine della richiesta, che dovrà attraversare almeno 3 nodi prima di arrivare a destinazione.

In questo modo il servizio vede come origine della richiesta uno dei cosiddetti exit relay di Tor e questo a sua volta vede un altro nodo Tor e diventa difficile risalire a chi ha originato la richiesta.

I nodi sono gestiti da dei volontari, e anche io adesso ne faccio parte con il mio VPS, ormai da una settimana e finalmente ho ottenuto il flag di relay stabile.

Presso il mio host è perfettamente lecito farlo, purché non si faccia da exit relay, anche perché questi ultimi hanno grosse responsabilità legali.

È importante partecipare a Tor, più la rete è estesa meglio è, poiché aumenta la velocità, si riducono le latenze, nonché il grado di anonimato, quindi se ne avete la possibilità partecipate anche voi…

E se per 2 mesi riuscirete ad avere una media di 500KiB/s il progetto vi ringrazierà donandovi una maglietta di Tor 😊 .

Debian Jessie

Finalmente oggi è uscita Debian Jessie, dopo quasi 2 anni dalla release precedente, Wheezy.

Il “sistema operativo universale” che ha fama di stabilità di una roccia raggiunge così l’ottava versione stabile, piena di notevoli miglioramenti, come l’aggiornamento di GNOME alla 3.14 e Linux alla 3.16.

È vero che non sono le ultime, ma sono state veramente molto testate, in quanto il freeze era già partito a novembre, ovvero quasi 6 mesi fa.

Inoltre ci sono moltissimi altri software, più di 20000, disponibili in più di 43000 pacchetti.

In più c’è un nuovo servizio per la ricerca di codice nei sorgenti: Debian Code Search.

Il rilascio era atteso per ieri, ma col nostro fuso orario è arrivato oggi.

Il ramo testing adesso avrà nome Stretch e ci sarà uno sblocco degli aggiornamenti, che è già cominciato con Libre Office 4.4 (su Sid) e un aggiornamento del Kernel, comunque ancora nel ramo 3.16.

Spero presto arrivino le prossime release di Linux e GNOME: 4.0 e 3.16 rispettivamente.

Dimmi che font hai e ti dirò chi sei

La preoccupazione nell’essere spiati e tracciati online è un problema sempre più sentito, però si pensa che gli unici problemi siano cookie e indirizzo IP, e al più il tipo di browser usato.

Purtroppo non è così, ci sono parecchi altri metodi, come si può vedere su un test dell’EFF (Electronic Frontier Foundation), un ente no-profit per la difesa dei diritti online.

Il browser inoltra anche molteplici altri dati, come i vari plugin installati, ma la cosa più sorprendente è che tramite flash si può effettuare una lista dei font di sistema e non c’è nulla che prevenga il suo invio, se non la disattivazione del plugin stesso.

Il mio sistema è risultato unico tra più di 5 milioni (non ricordo la cifra esatta e la pagina al momento ha problemi di caricamento) e la cosa mi ha fatto rimanere esterrefatto.

Non penso che avere dei font personalizzati sia una cosa poco comune, spesso anche dei software ne installano, basti pensare ad Office, tuttavia le singole combinazioni sono tantissime.

Questa è l’ennesima prova che flash è una tecnologia che è vecchia, pesante, spesso sostituibile e porta solo più danni che benefici. Speriamo solo che in HTML 5 non decidano di implementare API simili.