Piero V.

Unity

Unity è un game engine che può creare contenuti per un gran numero di piattaforme: dal classico computer, agli smartphone, alle console di videogiochi.

Contrariamente al mio solito, ho provato questo pacchetto che, pur potendo creare contenuti per Linux, non è disponibile per questo OS, né è software libero.

Tuttavia ho deciso di provarlo perché è estremamente diffuso ed è sempre ben lodato e finalmente ne ho capito il motivo.

Essenzialmente Unity rende estremamente facile e soprattutto veloce la creazione di un gioco: anziché focalizzarsi sulla stesura del codice, si concentra sulla creazione dei livelli di gioco su un editor grafico. Quindi le varie entità, tra cui ad esempio le mesh, vengono create direttamente lì, poi, seguendo un design molto modulare, si possono abilitare diversi comportamenti, che vanno dalla fisica all’emissione di luci e audio. Soprattutto si possono associare degli script C#, che alla fine sono solitamente delle classi che implementano alcuni metodi prefissati.

Per il momento ho seguito un paio di tutorial, e risultati sono stati estremamente soddisfacenti. In un’ora si riesce a fare ciò che un motore più tradizionale, basato tutto sulla stesura di codice richiederebbe almeno un giorno, se non due.

La cosa più simile che io abbia usato finora è Blender Game, ma Unity come vantaggio ha che è più facile da usare. Uno svantaggio è che Unity è più pesante sia come installazione, che come grandezza del gioco creato.

Non escludo che magari in futuro io non arrivi magari a rilasciare anche qualcosa fatto con questo engine, anche perché tra velocità d’uso e semplicità rende possibile anche pensare di completare un gioco anche a una persona da sola.

Android Nougat su Oneplus One

Quasi un anno fa decisi di comprare il Oneplus One al posto del Oneplus 2 e uno dei motivi che mi spinsero verso questa scelta era che il mondo del modding di OPO era, ed è tuttora, estremamente ampio.

Un’ulteriore conferma è arrivata quando l’utente updateing di XDA ha portato Android Nougat su OPO in meno di una settimana dalla sua uscita.

Ormai lo sto usando da due settimane e, benché la ROM sia espressamente marcata come Experimental, posso dire che è praticamente adatta all’uso quotidiano. Mi è capitato solo un paio di volte che si riavviasse da sola. All’inizio non andava l’encoder hardware dei video, quindi non era possibile usare la fotocamera per fare i video, ma con le ultime build anche questo è stato sistemato.

Sono rimasto impressionato quando subito ha funzionato tutto, anche sensori e GPS, perché io stesso avevo provato tempo fa a portare CM sul mio vecchio Huawei e dopo mesi in più persone non eravamo riusciti ad arrivare a una simile stabilità. … [Leggi il resto]

Perché evitare Ephesoft Community

Ephesoft è un software che afferma di essere il miglior strumento di automatizzazione dell’acquisizione dei dati.

È una piattaforma web che gestisce le scansioni: è in grado di riconoscere i documenti, li divide automaticamente, li categorizza, ed estrae automaticamente le loro informazioni.

Fondamentalmente si basa su un motore OCR, con cui ricostruisce i testi e li confronta, tramite Apache Lucene, con dei modelli impostati dall’amministratore di sistema.

Viene distribuito in diverse versioni, tra cui una “community”, rilasciata sotto GNU Afferro GPL, che ho provato, ma non mi ha per nulla convinto.

In breve, questa versione è quasi del tutto priva di documentazione, non è aggiornata e sembra che il suo unico scopo, più che far provare il prodotto o rappresentare una soluzione per degli “smanettoni interessati all’argomento” 1, sia di far passare alle versioni a pagamento.

Tuttavia, se la versione a pagamento soffre degli stessi problemi di quella gratuita, allora più che avvicinare al prodotto commerciale, ha l’esito opposto.

Installazione

La documentazione di Ephesoft Community è estremamente scarna, nonché piena di link morti. … [Leggi il resto]

Firejail

Una delle grandissime caratteristiche del software libero è che i rischi per sicurezza e privacy sono esposti agli occhi di tutti.

Quindi personalmente mi fido molto del software proveniente dal repo main di Debian, invece non mi fido di software proprietari di terze parti, per esempio di Spotify.

Avevo già cercato di mettergli una sandbox attraverso i container, però non è una soluzione pratica per questo genere di problema: si perde l’integrazione con l’ambiente desktop (notifiche, tasti multimediali…) e la soluzione è parecchio pesante, infatti serve che ci siano comunque tutte le dipendenze in un piccolo sistema operativo.

Recentemente invece ho sentito parlare di firejail, un programma che permette di isolare dei programmi mediante alcune funzionalità del kernel Linux, come i namespace.

Per ogni applicazione che si vuol far girare ha bisogno di un profilo, in cui si fa una whitelist e una blacklist di file e altre risorse cui essa può o non può accedere. È addirittura capace di bloccare le richieste a programmi come su e sudo.

È veramente rassicurante vedere che di default blocca subito l’accesso completo a file critici per la sicurezza come la cartella .ssh o ai file che permettono l’esecuzione arbitraria di codice, come lo .xinitrc o i profili delle shell. … [Leggi il resto]

10 anni con Gmail

Per caso qualche giorno fa stavo pensando che ho aperto il mio primo account di Gmail tanto tanto tempo fa, quindi ho cercato nell’archivio e ho trovato la mail di benvenuto:

Messaggio di benvenuto a Gmail

La data è 11 giugno 2006, ovvero sono passati giusti 10 anni oggi.

Allora il servizio era ancora in beta e gli aggiornamenti sono stati tantissimi, sia in funzionalità che cosmetici.

Inoltre è carino rileggere le intenzioni di Google: riuscire a diventare il miglior provider di posta, e personalmente penso ci siano anche riusciti e fare pubblicità mirata con “annunci di testo piccoli e discreti […] pertinenti al contenuto dei messaggi che stai visualizzando”.