Cosa ho detto il 10 maggio 2011, dopo che Microsoft aveva comprato Skype?
Bene, secondo il Guardian, come spiegato da il Fatto Tecnologia, Microsoft avrebbe permesso al governo degli USA di accedere a tutti i dati di Skype, Hotmail e del recente Outlook.com.
Aspettate… Aspettate un momento! Non era forse Microsoft che faceva pubblicità ai suoi servizi online accusando uno dei concorrenti principali, Google, di non rispettare la privacy degli utenti per fare annunci?
Ah sì, eccolo qua! Gmail-man, questo omino che rappresentava il “postino” di Gmail.
Giusto ieri, ancora prima di leggere l’articolo stavo dicendo a qualcuno: «Non usare assolutamente i Office 365. È una piattaforma online. Avete dati sensibili, non è il caso che finiscano lì.».
Comunque questo è l’ennesima dimostrazione della vera natura di Microsot: nel titolo dell’articolo, e anche alla fine, si fa riferimento alla mancanza di alternative perché Skype è diventato uno standard de-facto.
Vogliamo tornare indietro di 14 anni, di nuovo agli Halloween Documents? Perché non è cambiato nulla da quella volta, anzi, è solo peggiorato. Microsoft cerca costantemente di creare tecnologie che poi vuole far diventare standard, nonostante le proteggano tramite brevetto negli USA, in modo da diventare così un monopolio, e guadagnare e guadagnare ignorando, inoltre, l’esperienza dell’utente.
Per fortuna almeno c’è qualcuno con un po’ di cervello nell’UE: i brevetti software qui non esistono, c’è solo il Copyright (più o meno, la faccenda è più complicata), fa arrivare multe a Microsoft per Internet Explorer, ma soprattutto ha stabilito che un linguaggio di programmazione non può essere coperto da copyright.
Comunque sia, non è che Microsoft sia l’unico demone e tutti gli altri sono angeli: anche Facebook e Google, nonché tutti i maggiori provider degli USA, c’entrano nel progetto Prism, uno strumento in mano agli intelligence USA con finalità anti-terroristiche. Peccato che questo strumento invada la privacy degli utenti.
E poi c’è ancora qualcuno che mi dà del paranoico perché non voglio usare i servizi di sincronizzazione dei browser.
Insomma, non ho segreti da nascondere, però mi dà fastidio che io sono a migliaia di km dagli USA e loro vogliano ancora guardare cosa faccio io. La rete dovrebbe essere neutrale e ci dovrebbe essere un rapporto pseudo-diretto (con tutti i vari routing) tra l’utente e il fornitore del servizio che sto adoperando.
Se volessimo tutto ciò però temo che ci toccherebbe portarci i nostri cavi tra i vari utenti e usare connessioni protette. Solo così potremmo essere al sicuro… forse.
Un commento
Infatti tutti i siti enormi che raccolgono dati in realtà sono lì per raccogliere informazioni, soprattutto i social network. Quando conosci perfettamente una persona, la puoi controllare meglio.
E poi ci fanno credere che “terrorista” significhi “persona che vuole fare un attentato violento per idee politiche”, mentre sta semplicemente per “persona che va contro lo Stato / contro l'Occidente”, quindi figurati…